Il
nonno di Judith non sa.
Continua a chiamare a casa della signora Mercedes.
"
¿Diga?"
"
Judith?"
Il
nonno di Judith ha 87 anni e non sa una parola di spagnolo, eccetto Azul. Blu.
" No está!" - " Ya no vive aquí".
L'unica
parola che capisce è no. Poi la signora che grida dal'altro capo del telefono
attacca.
Lui
rimane lì, con la cornetta in mano, come in attesa.
Poi si convince che neanche
oggi, neanche questa volta Judith è in casa.
A
passi lenti percorre la distanza fra il telefono, nell'ingresso, e il suo
studio. Si siede. Poltrona di velluto blu. Zampe di legno dipinte di blu. La lentezza dei giorni che passano ormai tutti uguali.
La
casa in cima alla collinetta è silenziosa.
Oggi non è giorno di visite.
Il
nonno di Judith è un pittore, abbastanza famoso. Nel suo piccolo paesino una
vera celebrità. Ci vengono a frotte i turisti da ogni angolino del mondo, -
ogni martedì e giovedì, dalle 10.30 alle 18.30, visita guidata in sette lingue,
vietato fotografare -, ad ammirare le sue opere e la sua casa.
In
quei giorni lui se ne sta rintanato nel suo studio, passeggia avanti e indietro
nervosamente, come se ogni sguardo, ogni foto rubata, ogni commento, gli
portasse via un altro pezzettino della sua anima dannata.
Finirà?
No, è
appena cominciata.
"
Buongiorno Mr Blå", gli dice la commessa del negozio dove si rifornisce di
tè.
"
In cosa posso servirla?"
"
150 grammi di tè all'arancia e una tazza di tè all'albicocca".
Il
nonno di Judith, che di nome fa Gunther, ordina sempre tè all'albicocca quando
c' è qualcosa che non va.
La
signora Katrine lo sa.
Da
sette anni il nonno di Judith è tornato stabilente a Tystnad.
Da sette anni
visita "La casa del tè".
Tutti i giorni.
Stessa ora.
Ordina tè
all'albicocca quando c' è qualcosa che non va.
Tè ai mirtilli quando ha appena
terminato un nuovo quadro.
Il tè al cioccolato e canditi lo
riserva per i giorni in cui è accompagnato da sua nipote, Judith.
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E poi?